[  anselmo roveda  ]


 



Giuseppe Castelli (1907-1942)

Un velocista di Frugarolo alle Olimpiadi


 a cura di Anselmo Roveda


 

    

 



Draffin, Genova 2021


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Nella pianura alessandrina, là dove il torrente Orba, ormai placido, si appresta, dopo una corsa di quasi settanta chilometri giù dall’Appennino ligure-piemontese, a entrare nel fiume Bormida c’è la cittadina di Frugarolo. Il suo nome è come un fruscìo, un furtivo scorrer di vento, qualcosa che al suono evoca la corsa; ancor di più negli idiomi del posto: Fijarö, proprio lì, Friaró (o Friarö) in altre parlate dell’alessandrino, Fruareu in piemontese. E forse non è un caso che nel comune ebbe i natali Giuseppe Castelli, velocista, corridore di 100 e 200 metri, atleta medagliato alle Olimpiadi.
Quando Giuseppe Castelli nacque, il 5 ottobre 1907, Frugarolo (AL) aveva circa duemilacinquecento abitanti – il censimento del 1901 ne registra 2501, quello del 1911 invece 2477 – ovvero poco più di quanti siano oggi i frugarolesi.

Giuseppe Castelli, del quale non è semplice ricavare dettagliate notizie biografiche, fu una stella dell’atletica leggera italiana a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento; sebbene non abbia ottenuto rilevanti successi individuali poiché nei medesimi anni le sue specialità erano, in Italia, dominate da Edgardo Toetti e Orazio Mariani, vinse diverse prove di staffetta e, con l’AS Ambrosiana Milano, il campionato italiano 1930 di staffetta 4x200 metri. Velocista, specialista dei 100 metri e dei 200 metri, gareggiò per diverse società – tra queste Società Ginnastica Torino e AS Ambrosiana Milano – e rappresentò l’Italia a una decine di appuntamenti internazionali. Partecipò anche a due Olimpiadi: Amsterdam 1928 e Los Angeles 1932; fu in quest’ultima che ottenne una medaglia di bronzo insieme ai compagni di squadra della staffetta maschile 4x100 metri.


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IX OLIMPIADE
AMSTERDAM 1928



Le none Olimpiadi estive si tennero ad Amsterdam, capitale del Regno dei Paesi Bassi, dal 28 luglio al 12 agosto del 1928; videro la partecipazione di oltre tremiladuecento atleti, in rappresentanza di quarantasei nazioni, e per la prima volta furono ammesse le donne nell’atletica leggera. Queste olimpiadi vennero anche ricordate per la definitiva consacrazione del nuotatore statunitense Johnny Weissmüller, vincitore di altre due medaglie d’oro (100 m stile libero e staffetta 4x200 stile libero) dopo le tre d’oro ottenute a Parigi nel 1924 (100 m stile libero, 400 m stile libero e staffetta 4x200 stile libero; a cui aggiunse una medaglia di bronzo nella pallanuoto); dopo i successi in vasca lo aspetterà una fortunata carriera cinematografica, legata soprattutto al personaggio di Tarzan.

Alle Olimpiadi di Amsterdam Giuseppe Castelli, formalmente iscritto anche alla gara di corsa sui 100 metri piani, partecipa a due gare: la corsa sui 200 metri piani individuale e la staffetta 4x100 metri.


200 METRI

Giuseppe Castelli è inizialmente impegnato nelle qualificazioni all’Olympisch Stadion di Amsterdam del 31 luglio; a partire dalle due e cinquanta del pomeriggio sono previste quindici batterie per un totale di oltre settanta atleti iscritti, di questi solo una sessantina prenderanno però effettivamente il via.
Soltanto i primi due corridori piazzati di ognuna delle quindici batterie di qualificazione passeranno ai quarti di finale.
Giuseppe Castelli è inserito nella dodicesima batteria di qualificazione con l’austriaco Hermann Gressler, il sudafricano Aubrey Burton-Durham, il greco Angelos Lambou e il tedesco Friedrich-Wilhelm Wichmann, quest’ultimo, alla fine, non sarà però ai blocchi di partenza. La gara vede la vittoria di Gessler con il tempo di 22’’4, ma alle sue spalle arriva proprio Castelli. Sarà l’unico italiano ad avanzare al turno successivo. L’altro connazionale in gara, l’amico e rivale Edgardo Toetti, si piazzerà solo terzo, senza pertanto qualificarsi, nella quindicesima batteria; Toetti giunge, infatti, alle spalle del britannico Cyrill Gill e del sudafricano Howard Kinsman in un batterie, in verità, di qualche centesimo più veloce (Gill chiude a 22’’2).
A partire dalle diciassette e un quarto dello stesso 31 luglio, nel medesimo stadio, si tengono i quarti di finale. Sono rimasti in gara trenta atleti e vengono suddivisi in sei batterie da cinque. Anche questa volta si qualificheranno i primi due di ciascuna batteria.
Castelli è in batteria sei, con alcuni degli atleti più forti; con lui ci sono  il tedesco Helmut Körnig, il canadese Percy Williams, lo statunitense Charley Borah e l’australiano Jimmy Carlton. La batteria è vinta da Körnig con 21’’6, seguito da Williams con 21’’8; sono loro a qualificarsi alle semifinali.
Castelli è fuori, finisce così la sua olimpiade individuale. Da segnalare però che i due atleti che lo eliminarono nei quarti si imposero nella finale del giorno successivo: il canadese Percy Williams vinse l’oro con 21’’8 e il tedesco Helmut Körnig conquistò il bronzo con 21’’9; tra i due l’argento del britannico Walter Rangeley.


STAFFETTA 4x100 METRI

Il 4 agosto Castelli torna all’Olympisch Stadion, questa volta è in compagnia di altri corridori italiani: Edgardo Toetti, Franco Reyser e Enrico Torre;  sono loro, con Ruggero Maregatti quale riserva, a rappresentare l’Italia nella staffetta maschile dei 100 metri.
Alle qualificazioni sono presenti cinquantadue atleti in rappresentanza di 13 squadre nazionali (Ungheria, Spagna, Turchia, Grecia, Giappone, Belgio, Italia, Canada, Svizzera, Francia, Gran Bretagna, Germania e Stati Uniti), altre 5 nazioni (Cile, Paesi Bassi, Romania, Sud Africa e Argentina) seppur inizialmente iscritte non scendono invece in pista.
Le squadre nazionali sono divise in tre batterie; per ognuna si qualificheranno le prime due arrivate.
L’Italia è in batteria uno. Ci sono le abbordabili Grecia e Spagna; e le assai più ostiche Canada – del solito Percy Williams, fresco oro individuale sia nei 100 sia nei 200 metri – e Gran Bretagna – di quel Cyrill Gill che ha eliminato Toetti nelle qualificazioni dei 200 metri individuali e di quel Walter Rangeley già argento sempre nei 200 metri.
Giuseppe Castelli scatta, è il primo frazionista, poi seguono Reyser, Toetti e Torre.
Dopo 42’’2 secondi la gara si conclude per la prima classificata, è il Canada, immeditamente qualificata per la finale del 5 agosto.
A 43’’5 arriva, come seconda (e unica altra qualificata della batteria), la Gran Bretagna con un ultimo frazionista di nome Jack London, solo omonimo dello scrittore americano, peraltro scomparso una dozzina d’anni prima.
L’Italia, sebbene a un soffio dalla Gran Bretagna, è terza e quindi non accede alla finale. Dopo l’Italia, in batteria uno, arrivano Grecia e Spagna.
Oltre a Canada e Gran Bretagna si qualificano per la finale Francia e Germania (batteria due) e Stati Uniti d’America e Svizzera (batteria tre).
Il 5 agosto la finale si conclude con le prime tre in meno di un secondo. L’oro va agli Stati Uniti (41’’0), l’argento alla Germania  (41’’2) e il bronzo alla Gran Bretagna (41’’8), mentre il Canada di Williams viene squalificato per un mancato passaggio del testimone.


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X OLIMPIADE
LOS ANGELES 1932



Le decime Olimpiadi estive si tennero in California, a Los Angeles, negli Stati Uniti d’America, dal 30 luglio al 14 agosto del 1932; videro la partecipazione di quarantasette nazioni, una in più dell’edizione precedente, ma conobbero un notevole calo degli atleti coinvolti: dai 3297 di Amsterdam a soli 1925, e ciò per via di nuove norme che limitavano il numero di atleti di una stessa nazione impegnati nella medesima disciplina. 
Vennero organizzati, in forma dimostrativa e senza assegnazione di medaglie, anche tornei di due sport prettamente nordamericani: il lacrosse e il football americano;  nel primo furono impegnati in tre match Canada e Stati Uniti; nel secondo, risolto in unico match, due rappresentative degli Stati Uniti, rispettivamente una selezione dell’Ovest e una dell’Est.
L’Italia ricorda questa edizione per il secondo posto nel medagliere complessivo (36 medaglie: 12 d’oro, 12 d’argento e 12 di bronzo), proprio dietro ai padroni di casa degli Stati Uniti; il miglior piazzamento di sempre in un medagliere olimpico per la squadra nazionale.

Alle Olimpiadi di Los Angeles Giuseppe Castelli partecipa esclusivamente alla gara maschile di staffetta 4x100 metri.


STAFFETTA 4x100 METRI

Il 6 e il 7 agosto 1932 al Los Angeles Memorial Coliseum si tiene la gara di staffetta 4x100 metri.
La squadra dell’Italia è composta dal nostro Giuseppe Castelli e da Ruggero Maregatti, Gabriele Salviati e Edgardo Toetti; saranno loro a scendere in pista, ma sono accompagnati, con funzione di riserve, da Gustavo Piva, Giacomo Carlini – sprinter, ostacolista e multiatleta genovese, recordman e campione italiano in varie discipline – e Luigi Facelli.

Alle qualificazioni del 6 agosto sono presenti trentadue atleti in rappresentanza di 8 squadre nazionali (India, Grecia, Gran Bretagna, Giappone, Canada, Italia, Germania e Stati Uniti d’America), mentre altre 3 nazioni (Brasile, Messico e Argentina) sebbene iscritte non scendono poi in pista.
Le qualificazioni, appuntamento alle due e mezza del pomeriggio, si presentano come poco altro che una formalità; ci saranno due batterie e per ognuna passeranno le prime tre classificate.
L’Italia è in batteria due e a competere ci sono solo tre squadre, per tre posti (!): oltre agli azzurri si presentano, infatti, solo Canada e Stati Uniti, mentre, come già detto, Messico e Argentina danno forfait. Nonostante il passaggio sicuro in finale, la staffetta azzurra corre e si piazza seconda con 42’’8, dopo gli Stati Uniti (40’’6), già oro quattro anni prima, e davanti al Canada (45’’0) del sempre presente Percy Williams (due ori ad Amsterdam 1928) che in qualifica fronteggia proprio Castelli in prima frazione.
Nel frattempo, nella minimamente più partecipata batteria uno (cinque nazioni per tre posti), si sono qualificano per la finale la Germania (già argento quattro anni prima), il Giappone e la Gran Bretagna (già bronzo quattro anni prima).

Il 7 agosto, alle quindici e trenta, è tutto pronto per la finale.
In pista, oltre all’Italia, ci sono le nazioni andate a medaglia nell’edizione precedente (Stati Uniti d’America, Germania e Gran Bretagna), l’imprevedibile Canada e l’inatteso Giappone.
La Gran Bretagna ha rivoluzionato per intero il suo quartetto, nessuno dei vincitori del bronzo del 1928 è in pista.
Stati Uniti e Germania invece ne hanno rivoluzionato i tre quarti; dei team capaci di guadagnare oro e argento sono restati, rispettivamente, solo Frank Wykoff e Helmut Körnig; quest’ultimo è una vecchia conoscenza di Castelli, fu proprio il velocista tedesco a vincere la batteria dei quarti di finale dei 200 metri individuali nella quale l’alessandrino venne eliminato ai Giochi del 1928.
Stessa proporzione di rivoluzione applicata da Germania e U.S.A. anche per il Canda (della squadra di Amsterdam 1928 è rimasto il solo, irrinunciabile, Percy Williams) e per il Giappone (unica conferma dopo quattro anni per il velocista, e lunghista, Chubei Nanbu).
L’Italia porta in pista gli stessi atleti delle eliminatorie del giorno precedente; rispetto ad Amsterdam è una rivoluzione solo a metà, due di loro – Castelli e Toetti  – erano, infatti, già scesi in pista nel quartetto del 1928; le novità, rispetto ad allora, sono Salviati e Maregatti (lui in Olanda in realtà c’era, ma solo come riserva).
Alla fine della gara si conferma l’egemonia di Stati Uniti e Germania, di nuovo – esattamente come nel 1928  – oro e argento. Con gli Stati Uniti a dominare in 40’’0, nuovo record olimpico e mondiale, e la Germania inseguire con 40’’9.
La sorpresa arriva però dal terzo posto. Questa volta a correre più veloce è l’Italia di Castelli e soci; gli azzurri, con 41’’2, precedono di un nonnulla, eppure decisivo, il Canada (41’’3) di Percy Williams, ancora una volta opposto in prima frazione a Castelli, il Giappone (41’’3) e la Gran Bretagna(41’’4).

L’Italia è medaglia di bronzo!
Si tratta della prima medaglia italiana della specialità staffetta maschile 4x100 metri ai Giochi Olimpici.
A Berlino 1936 – edizione a cui Castelli non parteciperà – l’Italia si ripeterà e migliorerà conquistando la medaglia d’argento con un quartetto completamente rinnovato (Gianni Caldana, Tullio Gonnelli, Orazio Mariani, Elio Ragni). Una terza (e finora ultima) medaglia nella specialità è arrivata a Londra 1948 con il bronzo conquistato da Michele Tito, Enrico Perucconi, Antonio Siddi, e Carlo Monti.

[AGGIORNAMENTO: Il 6 agosto 2021, alla XXXII Olimpiade (Tokyo 2020, disputata nel 2021 per via della pandemia Covid19), la staffetta italiana 4x100 m (Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu) ha vinto l’oro con il tempo di 37’’50, nuovo record italiano.]



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Giuseppe Castelli morì – secondo fonti storico sportive che trovano conferma nella Banca Dati dei Caduti e Dispersi della  seconda guerra mondiale del Ministero della Difesa della Repubblica Italiana  – il 19 dicembre 1942 in Russia, allora Unione Sovietica, durante il secondo conflitto mondiale. Vista la data e la generica indicazione geografica (nella banca dati citata non risultano noti luogo esatto di decesso e sepoltura) supponiamo che Castelli sia perito, o disperso, nello sfondamento della linea del Don operato dall’Armata rossa, l’esercito sovietico, nel fronte sud-ovest durante la cosiddetta Operazione Piccolo Saturno, verosimilmente quindi nell’offensiva russa iniziata il 16 dicembre e che nei giorni successivi determinò lo sfondamento della linea di difesa italiana e il conseguente disordinato ritiro dell’ARMIR (Armata italiana in Russia), erede del CSIR (Corpo di spedizione italiano in Russia) presente in territorio sovietico già dal 1941. I caduti e i dispersi italiani nella scellerata campagna di Russia voluta dal regime fascista furono oltre 75.000, ad essi si assommano gli ulteriori quasi 40.000 feriti e congelati.





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FONTI

Archivio Fam. Leidi, Alessandria
Comitato Olimpico Nazionale Italiano: https://www.coni.it/it/
Comité International Olympique: https://olympics.com
Ministero della Difesa: https://www.difesa.it/Il_Ministro/ONORCADUTI/
Olympedia: https://www.olympedia.org
Sports Reference: http://www.sports-reference.com/olympics/ [via: web.archive.org]
Wikipedia: https://en.wikipedia.org/; https://it.wikipedia.org/




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